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RICCARDO CI AVEVA AVVERTITO:

COSI' PERDIAMO IL NORD

Recentemente ho assistito alla presentazione del libro di Riccardo Illy nel quale avverte: “Stiamo perdendo il Nord”. A questo punto credo intendesse non solo in senso globale, ma anche in termini elettorali diretti al centro sinistra. Durante la presentazione ha spiegato che stiamo perdendo il Nord perché in questa parte d’Italia è più sentito l’ambito europeo, mentre il resto del Paese vive tale condizione in modo puramente geografico. Considerarsi in Europa significa confrontarsi con mercati i cui confini restano tracciati solamente sulla carta. Si sta perdendo il Nord, mentre chi ha tentato di governare un’Italia che risente ancora di scelte politiche precedenti quantomeno virtuose, proprio a causa del “dietro front” del Nord ha perso le elezioni. Perdiamo il Nord, perché diversi Paesi vicini detengono imposte sui redditi delle imprese meno elevate e allo stesso tempo stipendi più consistenti dei nostri, perché opere e infrastrutture necessarie, risultano programmate ed attuate più rapidamente. Lo perdiamo, perché tratti importanti della rete ferroviaria ad alta velocità spagnola sono in completamento, mentre quella autostradale sta superando quella italiana; perché la vicina Slovenia ha già realizzato importanti collegamenti autostradali tra Italia ed Austria e completando quelli tra Ungheria e Croazia. Si perde il Nord, perché lo sviluppo andrebbe sostenuto con sistemi amministrativi più snelli e meno macchinosi. Indifferenza ed immobilismo, uniti a tentazioni secessioniste stanno facendosi sempre più largo. Senza ispirarsi al “modello padano” basti pensare che il mercato europeo marcia a ritmi sostenuti e quindi la secessione, si presenta conveniente anche in termini economici. Proprio leggendo tra le righe traspaiono in qualche modo le motivazioni del rinnovato successo riscosso dalla Lega. Si sta perdendo il Nord e si avranno forti difficoltà a riguadagnarlo, affinché la competitività italiana continui ad avere futuro.
Riccardo Illy, come riporta la prefazione, è considerato tra gli “illuminati” che si rendono effettivamente conto di problemi e malcontenti di questa porzione di territorio, in cui la cosiddetta globalizzazione è affrontata con risultati apprezzabili. Il titolo provocatorio sottende a dare una “scossa” a politici e chiunque dimostri di avere veramente a cuore il futuro degli italiani. Dopo dieci anni di ottima guida del Comune di Trieste, che ha vissuto una sorta di “Rinascimento” e cinque anni di buon governo della nostra Regione con la coalizione di Intesa Democratica, cosa non è stato capito dagli elettori? Cosa non ha funzionato? L’ex Presidente ha saputo anche contrapporsi decisamente nell’interesse del Friuli Venezia Giulia addirittura al Governo amico. Come mai è risultato penalizzato nel voto, nonostante sia molto evidente che le sue tracce sono e continueranno ad essere seguite dagli amministratori di centro destra locali e non? Chi non ha capito l’entità del risparmio economico dato dalle elezioni regionali organizzate in concomitanza con quelle Nazionali? Sarebbe forse cambiato qualcosa svolgendole due mesi dopo? Sono questi i martellanti quesiti che perdureranno nel corso delle prossime settimane. Quanti saranno pronti a volgergli le spalle addossandogli ingenerosamente le colpe più disparate adesso che ha perso e deciso silenziosamente senza proclami di ritirasi dalla politica?
Avviando il dibattito, si potrebbe affermare che molte persone comuni e soprattutto i detrattori lo definiscono troppo freddo, distante dalle cose di ogni giorno, quando non volitivo ed elitario. Probabilmente la natura più presenzialista e populista di certi politici, fa invece più colpo sulla gente, facendoli sentire falsamente più vicini, più reali, più in carne ed ossa, meno virtuali e magari più perdonabili negli errori. Forse l’inghippo è proprio qui, sebbene la manifestazione della sobria personalità di Riccardo, la serietà nell’affrontare problemi, necessità e complessità, la forte indipendenza, il modo di sottolineare fatti e pure essenze delle cose con logiche imprenditoriali orientate ai risultati, non avrebbero dovuto lasciare dubbi a gran parte dei cittadini del Friuli Venezia Giulia. Il suo modo d’essere, anche se magari poco espansivo, si rispecchia nella validità del suo operato ampiamente dimostrato nella congruenza dei programmi già attuati e quelli stabiliti per il futuro. Purtroppo si sa che l’elettorato spesso si fa attrarre dagli “specchietti per le allodole”, dai vezzi da “prime donne”, dalle boutade e battute spiritose più adatte al cabaret che alla politica. Avremo quindi tempo di vedere dopo i trionfalistici proclami e le incaute promesse della prima ora fatte dai vincitori, se si potranno effettivamente attuare le riforme a livello nazionale e locale, organizzare una cordata italiana per salvare l’Alitalia, eliminare diverse tipologie di tasse, l’ICI, i bolli su auto e motoveicoli, detassare premi di produzione e straordinari senza incrementare voragini nei conti economici del Paese ed infine se veramente non si distruggerà quanto ha fatto Illy per Trieste e la Regione.
Si sa, il tempo è galantuomo e quindi aspetteremo la verità al varco. Nel frattempo: “Grazie Riccardo”.

Trieste, 18 aprile 2008

Claudio Valentini
Cittadini per Trieste