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RICCARDO ILLY

Riccardo Illy: “Ho chiuso con la politica e sto benissimo”:

Ha rotto il silenzio dopo più di nove mesi dalla sconfitta elettorale, Riccardo Illy, che, in un’intervista al Piccolo, ha parlato di finanza e della crisi economica ma anche di politica. Rivolge un “Grazie” agli elettori che l’hanno votato ma non commenta il voto del 14 aprile. Dopo le elezioni l’ex presidente della Regione è tornato all’azienda di famiglia dove oggi si occupa dell’attività strategica di Illycaffé (vicepresidente e componente del comitato esecutivo) e dove soprattutto ricopre l’incarico di presidente del Gruppo Illy. “Ho chiuso con la politica” ha affermato nel suo ufficio di via Flavia. Lascia così il palco che l’ha visto protagonista a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia negli ultimi quindici anni, “e sto benissimo”. “Ho deciso di chiudere e l’unico modo di chiudere è farlo in maniera drastica” anche se, ammette Illy, rimane “una passione civica, ma quella ce l’avevo già 20 o 25 anni fa”. Dall’imprenditoria alla politica e di nuovo all’imprenditoria. Uno scambio di esperienze che ha dato molto a Riccardo Illy: la politica ha insegnato qualcosa che serve anche come imprenditore “la pazienza, oggi penso di averne una dose quasi infinita”, “la capacità di affrontare la complessità”, “la conoscenza delle leggi italiane: ce ne sono di alcune ottime, non sempre applicate in maniera puntuale”.
Ancora oggi l’ex governatore è nell’high level group della commissione europea che si occupa del taglio della burocrazia in Europa entro il 2012 “il presidente della commissione Barroso me l’ha proposto proprio in virtù della mia duplice esperienza politico-amministrativa e imprenditoriale”. Parla anche proprio dell’Europa, dell’allargamento ad est e della Croazia. Lo fa da europeista convinto, lui che è stato padre dell’euroregione e che ancora è convinto che sia necessario un allargamento “che deve coinvolgere, senza pause di riflessione, tutti i paesi balcanici” per garantire “contiguità territoriale con la Grecia”, “la presenza in Kosovo delle forze Onu, l’integrazione rappresenterebbe la miglior garanzia di stabilità duratura”, la presenza di “risorse umane qualificate”. Elogia l’operato del ministro degli Esteri, Franco Frattini, che proposto l’Italia per un ruolo di mediazione tra Lubiana e Zagabria. Parla della riconciliazione tra Italia e Slovenia che “è implicita quando ci si ritrova uniti nella casa europea”.
Sul tema della congiuntura economica internazionale Illy è molto chiaro “si deve tornare ai fondamentali e accettare che l’economia, finché non si trovano nuove regole per gestirla, è fatta di cicli”. Non è sorpreso dalla crisi finanziaria se non per “l’entità” e la colpa sarebbe degli enti controllori che “non sono intervenuti in maniera corretta”. “Dopo il crollo delle Torri Gemelle, qualcuno negli Usa ha pensato di poter sovvertire le regole e scongiurare la recessione, riducendo i tassi e iniettando liquidità nel sistema. Nel 2004 ha ripetuto l’errore con il risultato di rinviare nuovamente, ingigantendola ancor di più, la recessione” e quindi spera che “la Banca centrale europea non vorrà seguire la Fed in questa politica”. Riccardo Illy lo ha detto anche allo stesso governatore della Bce, Jean Claude Trichet, a Cernobbio. Per questi motivi, anche, l’ex presidente, si augura in una veloce riforma previdenziale (”gli oneri previdenziali sono i più alti al mondo”) che preveda, ad esempio, un ampliamento degli ammortizzatori sociali e l’abolizione del Tfr come nel modello danese che fu preso come esempio per il Friuli Venezia Giulia dall’amministrazione illyana ma non commenta le prime decisioni sul welfare adottate da Tondo.
“La politica italiana ha bisogno di rinnovamento” afferma, e se all’estero ci sono premier trentenni “sono consapevole che gli anni passano per tutti, anche per me”.

by redazione (mp-fvg24.it)